Sentiero per il GHIACCIAIO DEL LAMET | 3250 m slm
IMPORTANTE: Fai molta attenzione ai dati contenuti in questa descrizione. Potrebbero essere incompleti o obsoleti. I sentieri possono subire variazioni nel tempo a causa delle intemperie o semplicemente del cambio delle stagioni. Controlla nei commenti se qualcuno ha fatto segnalazioni oppure consigliaci eventuali modifiche.
INFO UTILI
Tutti i dati sono da considerarsi indicativi.
DISLIVELLO
+1150 m circa
PARTENZA/QUOTA
Colle del Moncenisio (FR) / 2095 m circa
ARRIVO/QUOTA
Ghiacciaio del Lamet / 3250 m circa
LUNGHEZZA A/R
10,5 km circa
DIFFICOLTÀ
E+ (Escursionisti allenati)
SEGNAVIA
//
DURATA
4.00 h circa andata (andando con calma)
2.30 h circa ritorno
ATTREZZATURA CONSIGLIATA
Bastoncini, Binocolo, Monocolo, Fotocamera, Radio PMR, Fischietto
ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
Data la quota e i repentini mutamenti atmosferici, munirsi di indumenti c.d. softshell, pile, occhiali da neve o mascherina, giacca in goretex o similare, ghette, berretti in tessuti sintetici, aderenti e che coprano le orecchie, guanti sempre presenti e di peso calibrato alla stagione, ma pensando che a oltre 3000 m, l’ombra, il vento e l’eventuale pioggia ventata sarebbero veramente frustranti se non prevenuti da idoneo equipaggiamento protettivo.
PERIODO CONSIGLIATO
Tarda Primavera, Estate, Autunno
segnala delle modifiche scrivendo a redazione@hikerspiemonte.it
DATA ESCURSIONE: Frequentato diverse volte in Maggio, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre.
PUNTO DI PARTENZA
Raggiungi la partenza del sentiero per il Ghiacciaio Lamet parcheggiando presso il Plan des Fontainettes.
INDICAZIONI
Dal fondovalle della Val Susa, procedere su Autostrada del Frejus, oppure su S.S. 25 (..o anche dalla S.s. 24), fino a Susa, dove seguire indicazioni per il Colle del Moncenisio (F).
Attraversare l’abitato di Susa in direzione Francia e, salendo ora in deciso cambio di pendenza, arrivare, in circa 1,15 ore di salita e svariati tornanti, sulla panoramica strada statale, giungendo all’imbocco delle “Scale del Moncenisio”, per passare davanti al Posto di Guardia della Gendarmerie Nationale e proseguire sulla Route Nationale D1006 per 4 Km circa fino al Plan des Fontainettes.
Giova citare come, in questa “Plan”, sussista una gradevole organizzazione logistica vedendo, oltre ai locali cui foraggiarsi, anche alcune fontane perenni e servizi igienici pubblici, puliti e forniti.
DESCRIZIONE SENTIERO PER IL GHIACCIAIO LAMET
Dal parcheggio, attraversare la strada asfaltata volgendosi dove verso NNE, sovrasta il largo ed erboso pendio con al centro i sentieri di salita che, su indicazioni per il LAC CLAIR ed il Forte RONCE, salgono a pendenza sostenuta per 30 minuti.
Dopo aver sfiorato bunkers e casematte con cupole in acciaio affioranti, accessibili per visita, ma solo se muniti di adatte fonti luminose (torce), giungerai alla fortezza ottocentesca Forte Ronce 2300m, costruita dai militari italiani e restaurata dalle autorità locali di Lanslebourg (F).
La costruzione, a struttura in pietrame, di forma circolare, si sviluppa su due livelli mostrando gli ambienti principali del periodo, come il ponte levatoio sul fossato allagabile, i locali di guardia e lavoro, gli uffici e gli alloggiamenti, le stalle, il piazzale interno, la rampa carrabile per il livello superiore, dove, con i giusti materiali, si può pernottare come in qualsiasi Bivacco, ma con tantissimo spazio a disposizione e ambientazione insolita (basti pensare che fino al 1944 recava cannoni che battevano la sottostante S.S.25 ora sommersa dal Lago ).
Oltrepassando la fortezza, si prosegue su evidentissimo sentiero che, costeggiando varie vasche per abbeveraggio di bovini (non potabile), prende progressivamente quota con vari, lunghi zig-zag fra pascoli ameni, bunkers e roccioni affioranti con tragitto inequivocabile (tralasciare i sentieri che distaccano verso Dx) rettilineo e costante.
Raggiunta una quota a 2530 circa, la salita si addolcisce, aprendosi su vasti pascoli digradanti con, alla dx, numerosi crinali costeggiati da praterie di stelle alpine, adagiate su versanti esposti a nord e facilmente raggiungibili dal sentiero in 5 minuti di tratto su erba, rammentando come nella zona, essendo Parco della Vanoise, ne è vietata la raccolta.
Osservando come, dopo i pascoli d’alta quota che vedono i bovini brucare fino a 2750 m, il terreno cominci a cambiare in roccioso-detritico, si prosegue scavalcando vasti e profondi canaloni di precipitazione massi, scavati nei secoli dall’azione delle forze naturali, aggirando forre rocciose mentre la pendenza aumenta, e si perviene infine al LAC CLAIR 2785m.
Il lago è una tappa intermedia che merita sosta per godere dell’ubicazione, nascosto all’interno di una conca periglaciale protetta di remotissima origine e visitare le strutture in pietrame, risalenti ai vari periodi bellici essendo stato, il luogo, assediato e occupato dai nazisti nel 1944/45 .
Interessante la testimonianza storica riguardante un Alpenjaeger tedesco che, quale esperto alpinista che era, si allenava percorrendo i sentieri di cresta sovrastanti quando, raggiunto da una pattuglia di altrettanto bravi Chausseurs des Alps francesi che gli davano la caccia, piuttosto che cadere loro prigioniero si lanciò nel vuoto strapiombante del Pas du Chapeau 328m, con un volo di 300 metri e rompendosi solo un braccio!
Riprendendo il sentiero su terreno ormai marcatamente pietroso e ogni tanto indicato con tacche gialle sbiadite, si prosegue su ripetute svolte e serpentine, affrontando talvolta qualche gradone roccioso spezza-gambe che impone necessarie, brevi soste di riposo.
Pervenendo dopo altri 200 metri circa di dislivello per numerose balze ad un ripiano, incassato nel grande canalone, nascosto al panoramico altopiano del Lago ed al cui inizio troviamo delle basi in calcestruzzo dove sostare e prendere fiato, potremmo dire di essere giunti all’arrivo, dove, a seconda della stagione, trovasi subito il linguone glaciale da attraversare, fino ad una quota oltre la quale sarebbe necessaria attrezzatura alpinistica per poter progredire in sicurezza.
La porzione di ghiacciaio pensile, fino ai 3300m, in tarda primavera e fine estate, non presenta problemi di attraversamento se percorso sui bordi esterni ma non su cornici, e regala forti emozioni se dotati di calzature semirigide che consentono l’utilizzo di ramponi o ramponcini.
Percorso di ritorno, uguale a quello di andata.
NOTE
Al fine di rendere sempre agevole e sicura la camminata, maggiormente su terreni impervi, misti e franosi, si prescrive l’utilizzo di scarponi da montagna propriamente detti e bastoncini.
Portare al seguito le rotelle per i bastoncini, da montare in caso di neve fresca o ghiaccio morbido.
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