Sentiero per il BARACCONE CHAMOIS | 2790 m slm
IMPORTANTE: Fai molta attenzione ai dati contenuti in questa descrizione. Potrebbero essere incompleti o obsoleti. I sentieri possono subire variazioni nel tempo a causa delle intemperie o semplicemente del cambio delle stagioni. Controlla nei commenti se qualcuno ha fatto segnalazioni oppure consigliaci eventuali modifiche.
INFO UTILI
Tutti i dati sono da considerarsi indicativi.
DISLIVELLO
+850 m circa
PARTENZA/QUOTA
La Court – Val Cenis (FR) / 1960 m circa
ARRIVO/QUOTA
Baraccon de Chamois / 2790 m circa
LUNGHEZZA A/R
11,6 km circa
DIFFICOLTÀ
E+ (Escursionisti Allenati, medio-difficile)
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SEGNAVIA
Sterrata/mulattiera
DURATA
3.00 h circa andata
2.30 h circa ritorno
ATTREZZATURA CONSIGLIATA
Bastoncini, Binocolo, Monocolo, Fotocamera, Radio PMR, Fischietto
PERIODO CONSIGLIATO
Primavera, Estate, Autunno
segnala delle modifiche scrivendo a redazione@hikerspiemonte.it
DATA ESCURSIONE: Frequentato diverse volte in Giugno, Luglio, Settembre, Ottobre.
PUNTO DI PARTENZA
Raggiungi la partenza del sentiero per il Baraccone Chamois parcheggiando presso EX-CAVA, oppure (600 m più avanti) alla caserma LA COURT, sita al Passo delle Finestre.
Evitare intralci alla sterrata in quanto trafficata da vari malgari e bestiame in transito, oltre che dalla Gendarmerie francese.
INDICAZIONI STRADALI
Dal fondovalle della Val Susa, procedere su Autostrada del Frejus fino a Susa, dove seguire indicazioni per il Colle del Moncenisio.
Attraversare l’abitato di Susa, e raggiungere in circa 1,15 h l’imbocco delle “Scale del Moncenisio”, note e famigerate nei secoli.
Giungere davanti al Posto di Guardia della Gendarmierie Nationale, proseguendo ancora sulla Route Nationale D1006 per 1 Km circa (lasciando a dx il rinomato Hotel Gran Scala).
A destra, in prossimità di un primo largo curvone, si stacca in forte salita una carrareccia sconnessa, ma transitabile con prudenza, che adduce in 500 m al parcheggio presso la EX-CAVA (che era una sommità pianeggiante fino ai tardi anni ‘60), ove posteggiare a bordo recinzione.
In alternativa, proseguire per circa 600 metri per fermarsi su spiazzo adiacente la caserma La Court.
DESCRIZIONE SENTIERO PER IL BARACCONE CHAMOIS
Giova divagare come, dal margine sud della caserma, si stendesse, fino agli anni ‘45/46 del 900, una ferrovia decauville, di servizio tra le Batterie di Tiro La Court, i cui resti, notevoli, giacciono al colmo della collina che a ovest ripara la casermetta citata e la galleria della teleferica che, nell’epoca sopra descritta, serviva per i rifornimenti quotidiani alle installazioni di questo settore, vivacizzato da migliaia di militari italiani.
La galleria, con sbocco non protetto sulla Val Cenischia, si affaccia a strapiombo sul paesello di Moncenisio.
Dalla caserma proseguire sulla agevole sterrata per 2 Km, tentando ogni tanto qualche scorciatoia, e notando come a sx si stacchi il famoso Sentiero dei 2000 (realizzato da Alpini e Genieri italiani, per collegare tutte le installazioni militari dal territorio di Susa alle balze di confine sotto le creste che sovrastano Bardonecchia e Oulx), fino ad un punto denominato Pierre Blanches, sgargiante di strutture rocciose di escrescenza calcarea che meritano sosta e foto ricordo e che prosegue in lievi saliscendi verso ovest all’Alpe Tour e oltre.
Giunti quasi in piano e proseguendo sulla rotabile sterrata si perviene ad una curva recante a sx l’inizio della mulattiera, con cartello in legno deperito con insegna per il Baraccone des Chamois, che svariati decenni fa era regolarmente percorsa da motocarrette autocingolate, in servizio di rifornimento con le installazioni di quota elevata.
Proseguendo sulla mulattiera non si può non osservare la regolare struttura della stessa, benchè in più punti oramai inerbita o invasa da porzioni di muretti franati, che con bellissimi tornanti elogiano la capacità manuale dell’operato umano.
Si prosegue per un susseguirsi di svolte e tornanti, passando dinanzi ad una fontanella, a circa 2500 m di quota per sfociare quindi in una conca prativa, un tempo abitata e vigilata, che offre alla vista spazi infiniti sulle forre al di sotto della cima del Pointe du Lamet (3504m) fino al Rocciamelone e nello sfondo, il Gruppo dell’Orsiera.
Lasciata la conca, ove sostare presso gli abbeveratoi in cemento (sconsigliate sempre le soste nelle pietraie o fra i massi per presenza di vipere), si prosegue con altre serpentine per reperire visivamente la Punta del Baraccone Chamois (Pointe Baracon des Chamois), costituita da un accrocchio convulso di erto rocciame, comunque interessante e meritevole di esplorazione.
Giunti in prossimità di ruderi di postazioni di artiglieria, appare riflesso nello specchio d’acqua del grande lago sottostante, la mole del gruppo Giusalet, con in primo piano la Cima di Bard (m 3150) col suo ghiacciaio omonimo, con alla sua base le “Finestre dell’Arpone” attraversate da settecentesca rotabile e, seminascosti i due laghetti St George e Roterel 2020m slm .
Alla destra dei ruderi, ove termina la mulattiera, si inerpica il friabile sentiero che prosegue ripido verso nord e poi decisamente verso N-NO per arrivare alla casermetta sita in posizione panoramica, ove la vista può, così come il pensiero, sospirare di incredulità sullo sterminato altopiano del Moncenisio, sul suo Lago, sulle propaggini del Monte Malamot 2910m.
Dietro la casermetta, ormai diroccata e recante solo un angusto ricovero coperto, approntato volontariamente da escursionisti, si erge il Monte Lamet, vicino da raggiungere ma con deciso cambio di fondo e caratteristiche del terreno da attraversare (ripido, arido, zeppo di sfasciumi mobili), spaziando verso la testata N-NO della Val Cenischia, mostra i paurosi contafforti della Roche Michel e Punta Marmottere 3384m.
Il ritorno si svolge sul medesimo tragitto dell’andata, con la variante stagionale del bel tempo e fondo asciutto.
NOTE
Gita notevole per estensione ma gratificante, non manifestando mai strappi ripidi e faticosi, si svolge in ambiente gradevole, ricco di vestigia umane.
Talvolta, si è goduta la vista impressionante di stormi di avvoltoi provenienti, probabilmente, dal vicino (per loro) gruppo montuoso del Gran Paradiso.
Al fine di scongiurare incidenti agli arti inferiori e rendere sempre agevole e sicura la camminata, si prescrive l’utilizzo, imprescindibile, di scarponi da montagna propriamente detti (e fatti), e non invece, calzature denominate da trekking che non sono altro che comode scarpe da ginnastica, esternamente mascherate da scarpone e opportunamente colorate.
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